Innanzi tutto, una precisazione. Marco Ricci non è solo l’autore di questo articolo (perciò con grande piacere gli diamo il benvenuto su questo sito 🙂 ): oltre che valente pittore e artista (questo è un suo quadro -il soggetto non dovrebbe avere bisogno di presentazioni…- che mi ha voluto donare),
è una delle anime FONDAMENTALI del nostro Circolo. 3a Nazionale da poco (ma il suo impegno, la sua passione genuina e le sue qualità lo porteranno ben più in alto), è uno scacchista atipico: tranquillo e posato sulla scacchiera come nella vita, rappresenta e difende la concordia che ogni sodalizio dovrebbe sperimentare. E poi, il che non guasta, è juventino DOC, come il Maestro, il Principino e me: come si fa a non andarci d’accordo?
Colpito da una performance di Anatolij Karpov giocata quasi al suo apice, ha raccolto l’invito che Alessandro e io facciamo da tempo, e si è cimentato nel commentare una splendida partita fra i “secondi” K-K. Il risultato è quello che vi apprestate a leggere, ed è molto interessante: nel commento del nostro Ricci e nella partita magistrale sfoggiata da Tolija, quando il frutto del gioco era legato solo alla padronanza delle 64 caselle e non a artifici notabili del silicio da CPU. Godetevelo tutto, lo merita davvero! E, per restare in tema calcistico, in perfetto stile “Tutti gli scacchi mossa per mossa”, a te il microfono, Marco!
Concedetemi una premessa.
Siamo nel 2024 e gli Scacchi, inutile dirlo, hanno subito un’evoluzione significativa trasformandosi in modi che pochi avrebbero potuto prevedere. Questo cambiamento è stato guidato da una serie di fattori, tra cui il progresso tecnologico, la globalizzazione e l’avvento di una nuova generazione di giocatori altamente preparati. Tutti elementi, questi, che hanno modificato profondamente l’approccio al gioco, influenzando sia la preparazione che la strategia utilizzata sulla scacchiera.
Cinquant’anni fa il gioco posizionale e il dominio del centro erano gli elementi chiave delle partite di alto livello. Grandi maestri come Bobby Fischer e Anatoly Karpov (protagonista del giorno) eccellevano nel trasformare piccoli vantaggi in vittorie, con uno stile di gioco metodico e strategico (gli Scacchi lenti del tempo). Negli ultimi decenni, invece, abbiamo assistito ad un aumento del dinamismo e della complessità strategica e tattica. I giocatori di oggi combinano un approccio posizionale con una profonda comprensione delle dinamiche del gioco, abbracciando anche posizioni più complesse e talvolta rischiose (rapidità e dinamismo che, è inutile negarlo, si devono soprattutto all’avvento delle piattaforme online di scacchi che hanno dato origine a nuovi format di gioco: il rapid e il blitz).
Questo ampio e noioso preambolo era doveroso per anticiparvi la partita che vi sto portando. Una partita che non ha colpi tattici o colpi di scena, ma una lettura posizionale e strategica che lascia di stucco per linearità ed efficacia. Capire tutte le mosse è stato difficile anche per Stockfish 16.1 che si è concesso qualche altalena di troppo nella valutazione posizionale, ma la scoperta e la gioia più grande è stata la riprova che abbiamo un motore, a tratti dormiente, che sa darci risposte molto più illuminanti: il nostro cervello.
Nota storica: Marco ha analizzato la 4a partita del match del 1985, partita che riportò l’allora Campione del mondo in parità (aveva perso la prima col Nero, una Nimzo-Indiana): risultato che non servì, poiché Kasparov vinse l’incontro, diventando il più giovane Campione del mondo della storia (un record battuto solo nel 2002 da Ruslan Ponomarëv) e inaugurando un regno pressoché incontrastato di ben 15 anni, caratterizzato da ben 4 match per il titolo contro il rivale Karpov in una sfida davvero eterna: Kasparov e Karpov si sono incontrati 161 volte, di cui 144 per il titolo mondiale, per un numero infinito di ore di gioco. Kasparov ha vinto 24 partite, Karpov 20. Tutte le altre sono finite in parità.
“E ho detto tutto!” (cit.)
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